Appunti di orologeria: I quadranti in ceramica come venivano realizzati nel 700 e come si Restaurano

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A cura di Davide Munaretto

Cenni storici

Cominciamo con questo raro cenno storico, infatti ci sono pochissime testimonianze su come i quadranti venivano realizzati nel 700, forse perché si trattava di lavorazioni artigianali che venivano per lo più tenute gelosamente segretate.

Restauro a freddo

Conoscere le tecniche del passato è molto utile quando si voglia intervenire in operazioni di restauro.

Le tecniche più comuni di restauro prevedono interventi con resine a freddo.

Queste particolari resine che possono essere di base trasparenti o colorate o colorabili con ossidi, hanno il vantaggio di essere applicabili a freddo, sono autolivellanti e una volta consolidate, alcune tipologie, permettono ulteriori lavorazioni come la carteggiatura e la lucidatura.

Di contro tutte le resine hanno la tendenza ad ingiallire nel tempo e questo potrebbe diventare uno svantaggio nel medio lungo periodo su orologi da esposizione, inoltre non essendo restauri ceramici risulteranno delicati al tatto e agli agenti atmosferici e di questo si dovrà tenerne conto soprattutto per quadranti non protetti da vetro come quelli di alcune pendole da tavolo o quelli che prevedevano la regolazione dell’ora agendo direttamente sulle sfere.

Tecniche simili prevedono l’uso di gessi ceramici che vengono poi colorati con tinte acriliche e coperti con vernici lucide, ma anche in questo caso l’ingiallimento nel tempo non potrà essere evitato.

Capelli e Felature

Sui quadranti ceramici  spesso si formano delle sottili fratture che riempiendosi di polvere tendono a divenire neri ricordando appunto i capelli da cui prendono il nome.

L’eliminazione di tali imperfezioni è abbastanza semplice, in quanto è sufficiente immergere il quadrante in una soluzione detergente, meglio se si dispone di una lavatrice ad ultrasuoni.

Il grado di pulizia ottenibile dipende dal tipo di bagno e dall’efficacia e dalla durata del lavaggio.

Il problema più grosso è poi rappresentato dal fatto che le micro crepe rimangono e se non sigillate ritorneranno a sporcarsi ripresentando il problema.

Uno dei sistemi più comunemente usati è quello di intervenire nel riempimento con polveri cerose o coprendo l’intero quadrante con vernici trasparenti che però come già detto hanno lo svantaggio di ingiallire nel tempo.

 Longines restauro quadrante

longines restauro quadrante

Restauro con smalti a caldo

Un’altra tecnica di restauro dei quadranti di fatto simile a quella con resine, è quello che prevede l’utilizzo di particolari smalti a caldo.

L’applicazione avviene a freddo e in genere tramite miscelazione di due componenti (colore e indurente) per poi venire messo in forno a temperature comprese fra i 70/100 °C.

L’operazione viene ripetuta dopo aver rifatto la grafica sullo smalto bianco già consolidato.

Il vantaggio degli smalti è quello di resistere meglio alle manipolazioni e ad avere una miglior resistenza all’ingiallimento.

 

Il restauro a fuoco

I quadranti, come abbiano visto venivano prodotti secondo le ancora attuali regole della cottura della ceramica.

Il primo deposito ceramico veniva cotto in forno a temperature intorno a 800/850 °C e con questo prima operazione si creava la base ceramica su cui successivamente venivano realizzati i numeri.

Il passaggio successivo detto anche secondo fuoco prevedeva in alcuni casi un ulteriore deposito di cristallina, un materiale vetroso trasparente che rendeva lucido e brillante la superficie del quadrante, la temperatura di fusione in genere si attestava fra i 700/750 °C.

Come ultimo passaggio detto terzo fuoco vie era la creazione della grafica, indici e numeri con colori specifici che cuociono a temperature fra i 600/700 °C.

Considerando che lo smalto ceramico e la cristallina possono essere fuse nuovamente, è possibile intervenire sui quadranti sfruttando questa prerogativa.

I vantaggi di tale procedimento sono molteplici, tra cui l’eliminazione definitiva delle crepe ottenendo un restauro definitivo con superfici pressoché identiche a quelle originali, sia in termini di resistenza al tatto che agli agenti atmosferici.

 

 

Dopo il trattamento termico la cristallina si è fusa e amalgamata chiudendo le fessure e saldando fra loro anche le piccole parti scheggiate destinate in altro modo a staccarsi, i sistemi a freddo non sono in grado di fissare in modo sicuro le parti frammentate.

 

 

 

 

Ovviamente si deve disporre di strumenti adeguati come un forno elettrico che possa raggiungere almeno i 1000 °C, e polveri vetrose e colori specifici per la cottura.

 

Questa tecnica richiede particolari attenzioni sia alla preparazione delle polveri sia ai tempi di cottura e alle temperature che dovranno essere adeguate alla natura del quadrante che può variare in base all’epoca e all’artigiano dell’epoca.

Il passo successivo a quello della compattazione e ricottura della cristallina è quello del riempimento delle vacanze che dovrà essere eseguito scegliendo le polveri vetrose idonee e all’occorrenza colorandole adeguatamente per poi passare alla cottura.

 

 

Il risultato finale sarà fortemente condizionato dallo stato iniziale del quadrante, più le lesioni saranno lievi maggiore sarà il livello ottenuto.