a cura di Davide Munaretto
L’ ATMOS della Jaeger Le Coultre è fra i più affascinanti orologi mai prodotti e pensati, precisa e durevole nel tempo, sembra possa volare verso il futuro incurante del trascorrere del tempo.
Tutto il suo cuore è appeso a un filo, un sottilissimo collegamento con il suo polmone dal quale prende l’energia necessaria al suo moto, respira, accumula energia e procede instancabilmente nel tempo.
Una simbiosi perfetta fra meccanica e ambiente circostante, una sorta di essere vivente primordiale, senza un vero e proprio sistema nervoso ma capace di esistere, vivere, nutrirsi spontaneamente generando energia propria, a tal proposito si possono ricordare le Meduse, Celenterati che allo stesso modo si lasciano trasportare dalle correnti nutrendosi solo di tutto ciò che incontrano durante il loro incessante vagare incuranti del tempo e del luogo
L’unico movimento percepibile è il pulsare del suo cuore e l’incedere del tempo scandito dalle sue sfere, caldo, freddo, e variazioni termiche sono la sua linfa vitale e come tutte le cose animate risente molto degli agenti inquinanti e infatti si presenta sempre ben protetta da un elegante esoscheletro trasparente che la pone al riparo dalla frenesia del mondo che la circonda.
Le sue caratteristiche progettuali le consentono di reggere periodi di tempo estremamente lunghi senza che vi sia minimamente bisogno di una revisione, ma talvolta capita che anche le macchine quasi perfette possano incepparsi o cominciare a perdere colpi ed ecco allora nascere la necessità di intervenire in una corretta revisione e nuova regolazione e visti probabilmente gli anni ormai trascorsi dalla sua nascita si può addirittura parlare di un piccolo restauro conservativo.
Il funzionamento dell’Atmos si fonda sul principio di dilatazione dei gas con il variare della temperatura, una legge fisica applicata alla meccanica, una trovata geniale che ha in qualche modo avvicinato questo orologio al moto perpetuo scandito dal trascorrere delle stagioni.
L’energia cinetica viene fornita dal suo polmone e immagazzinata poi in un bariletto contenente una molla che la rilascia progressivamente.
La dilatazione del polmone consente al bariletto di ricaricarsi e quindi di accumulare una riserva di carica che verrà utilizzata durante il punto morto di contrazione, ciclo che si ripeterà ad ogni piccola variazione di temperatura.
Per quanto sopra, è facile comprendere come il polmone sia il principale responsabile di eventuali malfunzionamenti o fermi macchina.
Per questo motivo, quando ci si trova difronte ad un Atmos ferma, la prima cosa da verificare è la corretta funzionalità del polmone.
Un polmone efficiente si dilaterà o contrarrà di circa 1,2 mm per °C di variazione termica, questo significa che passando da una temperatura ambiente di 20 °C ad una di 5 °C si deve poter avere una contrazione di circa 19 mm, quindi facilmente apprezzabili anche con normali strumenti di misura.
Se questa condizione non dovesse verificarsi, sarà allora necessario procedere con la sostituzione del polmone in quanto non riparabile o ripristinabile in laboratorio.
Storia e numeri di serie
Nel 1927 in Francia, Jean-Leon Reutter, creò quello che si può definire il primo prototipo di Atmos che non venne poi ne mai prodotto ne prese un nome specifico, ma che fu il precursore del Modello Atmos O
Il funzionamento del suo orologio si basava su un contenitore in vetro contenente Mercurio che collegato ad un cilindro lo faceva ruotare caricando una molla.
Il meccanismo poteva funzionare solo se vi erano dei cambiamenti di temperatura e l’orologio si differenziava dai modelli che vennero successivamente per il numero ridotto di particolari che componevano lo scappamento.
Il primo Giugno del 1929, la “Compagnie generale de radio” (CGR) creò un dipartimento dedicato esclusivamente allo sviluppo, alla produzione e vendita delle Atmos.
Jean-Leon Reutter fu incaricato di dirigere il dipartimento.
Non è possibile stabilire con certezza quante Atmos furono prodotte e vendute ma queste vennero comunque denominate ATMOS I
Vennero redatti due brevetti Francesi un per l’ Atmos O (624.595) e uno per l’Atmos I (664.689) ma la compagnia non mise mai in produzione l’Atmos O.
Atmos I 1930-1938 serial 1 – 7000
Questi modelli erano costruttivamente molto curati ed erano dotati della tipico sistema a mercurio chiamato poi “Reutter Brevet” (Brevet = Patent = Brevetto).
Nel Settembre del 1932 LeCoultre stipula un accordo con la CGR per la produzione dei movimenti Atmos e la prima consegna avvenne alla metà del 1933.
Questi movimenti vennero chiamati calibro 30″ A.
La produzione di questi modelli avvenne fra il 1933 e 1934 e ne vennero prodotti circa 1000/2000 esemplari.
Il 27 Luglio del 1935 la CGR diede il benestare a trasferire la produzione alla LeCoultre e tutto rimase in stock e in sospeso con i lavori.
LeCoultre continuò a vendere l’Atmos I fintanto che non venne sviluppata l’Atmos II, dove rispetto al modello precedente, venne adottato al posto del soffietto con Ammoniaca e mercurio un contenitore riempito con Ethyl Chloride.
A partire dal 15 Gennaio 1936, LeCoultre annuncia che il suo “nuovo” Atmos sarà dotato del calibro 30″ A.
Questa ”nuova” Atmos venne poi chiamata Atmos II.
Nel Novembre del 1936 la produzione dell’Atmos I venne interrotta completamente, però in seguito a problemi imprevisti la produzione a pieno regime dell’Atmos II non iniziò fino al metà del 1939.
Atmos II 1939-1950 Serial 7001 – 25000
Il modello successivo fu l’Atmos III che comprendeva il Calibro 519 e 529.
I numeri di serie dell’Atmos II e Atmos III sono piuttosto intrecciati per il fatto che la LeCoultre a quell’epoca comprò interi stock dalla CGR.
Per questo motivo si ha una sovrapposizione di modelli nella produzione LeCoultre ai quali non corrisponderebbero numeri di serie e calibri con assoluta certezza.
L’Atmos II e l’Atmos III hanno numeri di serie che vanno circa dal 4,000 al 59,999 e la produzione avvenne dal 1936 fino al 1955 inoltrato.
Atmos III 1950-1955 Cal. 519/529 serial 25001 – 80900, Cal. 522/532 serial 60701, Cal 526-5 serial 70501
L’Atmos IV comprende i Calibri 522 e 532 ed hanno numeri di serie che vanno dal 60,000 al 69,999.
La cosa importante da conoscere è questa fu la più breve produzione di LeCoultre di sempre.
Atmos IV 1954-1955 Cal 522/532 519/529 Serial 60701 – 71100
L’Atmos V comprende il calibro 526 mentre l’Atmos VI, VII, e VIII comprendono il calibro 528 mentre il calibro 528/1 è rappresentativo dell’Atmos VIII.
Atmos V 1955-1984 Cal 526-5 Serial 70001 – 116400
Atmos VI 1959-1982 Serial 123001-555000
Un aspetto importante è rappresentato dal fatto che fu l’ultima produzione a rispettare il brevetto “Reutter” originale e la produzione cessò definitivamente nel 1983.
Nel 1983, la LeCoultre ridisegnò completamente l’Atmos e usci con ilnuovo Calibro 540.
Inoltre venne cessata la numerazione tipica dei modelli Atmos O – Atmos VIII.
I nuovi numeri di serie partirono da 600,000 e sono ancora in vigore oggi assegnati a vari calibri e modelli.
ATMOS 1
Come funziona l’ Atmos 1
ci sono quattro parti chiaramente distinte in tutte le Atmos
Il motore termico atto a trasformare l’energia termica in energia meccanica
Il movimento dell’orologio che sfrutta l’energia meccanica per far muovere il bilanciere e segnare l’ora
Il Pendolo atto a regolare il tempo
La cassa esterna atta a proteggere il movimento e con funzione estetica
Il motore termico
Un tubo di vetro a forma di U (1) contenente Mercurio (2) e gas liquefatto (3) con i suoi vapori saturi di Ammoniaca (4).
Uno dei bracci del tubo ad U trova sede in un recipiente (5) riempito con materiale ad alto calore specifico (6) che mantiene costante la temperatura grazie ad una ampolla isolante (7)
la parte inferiore aperta di questa ampolla è chiusa da un letto di materiale isolante (9)
Il secondo braccio rimane libero in aria ed è soggetto a rapide variazioni di temperatura.
Per questa ragione, le differenze di temperatura portano a differenti variazioni di pressione fra i due bracci con il conseguente spostamento del Mercurio verso il punto a minor pressione facendo cosi ruotare intorno all’asse X tutto il contenitore (8)
Questa oscillazione che si ripete ad ogni variazione di temperatura viene trasmessa tramite un particolare leveraggio (C) ad un cricco che carica la molla dell’orologio contenuta nel bariletto (R).
Ogni oscillazione fa si di accumulare una riserva di 96 ore circa