a cura di Davide Munaretto
Uno dei problemi principali che affligge sia il possessore di un orologio, sia coloro che sono addetti alla loro manutenzione, malgrado le macchine che consentono i test di impermeabilità, sono proprio le infiltrazioni d’umidità e acqua nonostante la prova di impermeabilità abbia dato esito positivo.
Capita spesso di veder tornare orologi nei quali si sia formata della condensa malgrado il test di impermeabilità sia stato superato brillantemente e tutte le precauzioni siano state prese, come sostituzione delle guarnizioni, revisione periodica etc…
…e allora perché entra l’acqua nell’orologio?
Tutti gli orologi hanno dei “dati di targa” forniti dal costruttore che indicano il grado di tenuta dell’orologio in metri (m) o in atmosfere (atm), che spesso però vengono fraintesi in quanto considerati in valore assoluto senza pensare a come questi dati siano stati ricavati presso i laboratori delle case costruttrici.
Di fatto gli orologi vengono classificati in categorie ben definite dal grado di tenuta come riportato nella tabella che segue:
Dall’analisi della stessa appare subito immediato come si possa fraintendere un dato che all’apparenza può dare delle garanzie certe, ovvero quello che viene definito “water resistant” nella quale categoria rientrano anche gli orologi impermeabili fino a 30 mt (3 atm).
Allora ci si chiede come è possibile che un orologio che possa in teoria scendere fino a 30 mt di profondità, non sia in grado di resistere ad una semplice nuotata?
Per rispondere a questo ci si deve rifare a fenomeni di carattere puramente fisico, ovvero legati alle condizioni istantanei che si vengono a creare in determinati specifici momenti come l’urto dell’orologio contro l’elemento liquido ad esempio all’atto dell’inserimento della mano nell’acqua durante una bracciata.
L’impatto localizzato dell’acqua crea delle pressioni tali da essere notevolmente superiori a quelle massima consentite tali da riuscire a vincere le tenute delle guarnizioni, infatti su questo principio si basano le prove di tenuta IP di tutti gli apparecchi stagni che vengono proprio eseguite sfruttando la forza di determinati getti d’acqua spuzzati direttamente sul corpo in esame.
Oltre a questo poi, vi sono fenomeni di tipo ambientale che possono in alcuni casi modificare in modo sensibile la tenuta di un orologio stagn0 e primo fra tutti è il calore prodotto ad esempio da situazioni climatiche e di temperatura critiche.
Immaginiamo di trovarci durante il periodo estivo, a riposare sotto un ombrellone in riva al mare o al bordo di una piscina, dove la temperatura possa attestarsi tra 30 e i 40 gradi.
L’aria all’interno dell’orologio, esposto a tale temperatura può raggiungere tranquillamente anche 60 gradi ed oltre.
In virtù di un ben preciso fenomeno fisico, l’aria stessa per effetto del surriscaldamento tende ad espandersi e quindi ad esercitare una determinata pressione all’interno dell’orologio.
E’ facile comprendere come uno sbalzo di temperatura improvviso che crei una diminuzione repentina della temperatura (shock termico dovuto ad esempio ad un tuffo in acqua) possa far contrarre sempre in modo istantaneo il volume d’aria all’interno dell’orologio con una funzione proporzionalmente inversa creando cosi una forte depressione.
Tale fenomeno tenderà a creare un risucchio d’aria dall’esterno volto a ristabilire gli equilibri di pressione e se l’orologio dovesse avere delle perdite anche piccole insieme all’aria si avrebbero anche infiltrazione di umidità o acqua nel caso in cui si trovasse immerso.
A questo punto l’aria satura di umidità è entrata all’interno e una volta stabilizzatasi la temperatura ritornerà a riscaldarsi nuovamente.
Essendo il vetro per sua natura molto più sottile della cassa e tendenzialmente più freddo per via della sua miglior dissipazione termica si concentrerà su di esso il fenomeno della condensazione dell’acqua sulla sua superficie interna.
Si tenga presente che in caso di infiltrazioni d’acqua e in modo particolare quella di Mare si deve intervenire immediatamente aprendo l’orologio per asciugare e lavare in modo corretto il movimento, pena il deterioramento quasi immediato delle parti coinvolte.
Si evitino i rimedi “FAI DA TE” di asciugatura ad esempio con Asciuga Capelli o simili, che possono portare a gravi danni sia alle parti metalliche dell’orologio come ad esempio la spirale, o alle vernici dei Quadranti., rivolgersi sempre al più vicino Orologiaio.
La condizione appena descritta, può portare a differenze di pressione inversa anche notevoli e la tenuta garantita delle 3 atm può divenire insufficiente in quanto tale prova viene eseguita in laboratorio a temperatura ambiente e sottoponendo l’orologio ad una prova di pressione (e non di depressione come avviene invece nel caso visto sopra), favorendo quindi un ulteriore schiacciamento delle guarnizioni che ne migliora entro certi limiti il risultato finale della prova.
Per quanto sopra, il verificarsi di pressioni interne potrebbe portare ad infiltrazioni di umidità anche in orologi dichiarati impermeabili.
Diventa quindi importante eseguire oltre alla prova in pressione anche un test sotto vuoto con opportuna macchina, il quale simula proprio la situazione più critica ed anche più probabile che si possa verificare in condizioni di utilizzo comune.
Le situazioni critiche più frequenti sono quindi in Estate dove gli sbalzi di temperatura e le temperature massime sono di norma più facilmente riscontrabili, e in Inverno dove risulta altrettanto pericoloso ad esempio indossare l’orologio sotto la tuta da sciatore o da motociclista, dove la temperatura corporea tende ad aumentare e la presenza di umidità dovuta alla sudorazione creano una situazione analoga a quella estiva.
Quando l’orologio verrà portato allo scoperto per leggere l’ora, la temperatura molto bassa dell’aria esterna a quella creatasi sotto la tuta potrebbe portare al fenomeno fisico descritto sopra.